Dalle dimissioni di Matteo Renzi al nuovo Governo Gentiloni, passando per ministri improbabili e promesse non mantenute. Lo spettacolo ridicolo della politica italiana
Siamo tutti stanchi. La politica italiana è arrivata a un punto di non ritorno, totalmente scollata dai bisogni reali e dai valori morali di cui i cittadini necessitano.
Questo spettacolo è a dir poco vergognoso. Abbiamo avuto un Governo non eletto nel 2014, che ha cercato di modificare la Costituzione italiana. Matteo Renzi e i suoi hanno cambiato la scuola e l’articolo 18. Hanno prodotto povertà, voucher, progetti vergognosi di alternanza scuola lavoro al Mc Donald’s e tolto garanzie ai contratti a tempo indeterminato.
Hanno lottato per rimanere al governo puntando tutto su un Referendum che ha avuto un responso schiacciante: il 60% degli italiani ha votato contro lo scempio della Costituzione, in maggior parte giovani under 35 e disoccupati.
Abbiamo visto Matteo Renzi quasi in lacrime a Palazzo Chigi mentre si dimetteva nella notte tra il 4 e il 5 dicembre, facendo finta di ritirarsi dalla scena politica per buttarsi sul divano di casa con i figlioli a giocare alla play-station.
Abbiamo assisto a una settimana di consultazioni in un clima da campagna elettorale, con la Lega e Grillo pronti a scendere in piazza e Berlusconi a mediare. Abbiamo visto impotenti interminabili salotti tv monopolizzati da tematiche pesanti anche per gli appassionati: la legge elettorale, le ipotesi sui governi tecnici o di coalizione, il possibile futuro economico, il default della banca Monte dei Paschi di Siena e il successivo salvataggio.
Alla fine è stato partorito il nascituro: un figlioccio mostruoso nato dalla costola fratturata di Renzi contro cui tutti stanno scagliando ilarità e disgusto. È stato chiamato “Renziloni” su Twitter, suscitando più di duemila tweet e hashtag al grido #votosubito.
Sicuramente ci sono gli impegni internazionali a cui far fronte, le nomine delle società partecipate dello Stato da proclamare e la legge elettorale, un vero e proprio macigno in grado di portare allo stremo anche l’elettore più convinto.
Ma il problema è il cattivo gusto. Paolo Gentiloni, ex Ministro degli Esteri nel governo uscente, è stato fatto Premier ieri da Mattarella, e oggi ha chiesto la fiducia in Parlamento. È stato messo a capo di un carrozzone che sembra la copia ridicola di se stesso (#governofotocopia), con Alfano Ministro degli Esteri e la campionessa di coerenza Maria Elena Boschi come sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio. Sono stati confermati 12 ministri su 18 – qui potete trovare l’elenco completo.
Tutti pronti a giurare su una Costituzione che volevano smantellare fino a una settimana fa, per un Governo che a detta di Gentiloni «durerà fino a quando ci sarà la fiducia in Parlamento», con Renzi che dirige i giochi da Segretario del Partito Democratico, prima forza di governo, mentre si prepara a organizzare pure le primarie – e a candidarsi.
La verità è che siamo tutti stanchi di questi giochetti di potere volti alla conservazione del proprio partito al Governo. E non aspettiamoci che finirà presto. Il programma di Gentiloni (qui) tutto sarà tranne che breve. Ce lo sorbiremo fino alla fine della legislatura e la politica sarà sempre più lontana dalle persone, consegnando il Paese a colui che invece sa arrivare alla gente: il fantasma populista.
Ebbene armiamoci di pazienza e stiamo a vedere cosa succede, perché ne rimarrà soltanto uno. Di elettore.
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